Tutti noi siamo quotidianamente posti di fronte a scelte che possono incidere sul consumo energetico e di risorse naturali che abbiamo a disposizione e che ormai consideriamo “scontate”, ma che dovremmo cominciare a ripensare in base a principi di efficienza e di razionalizzazione dei consumi. I settori sui quali incidere sono molteplici (trasporti, agricoltura, energia, acqua, suolo..), e in ciascuno di essi sono rinvenibili tecniche ma anche comportamenti virtuosi per contrastare gli affetti del cambiamento climatico.
Dinamiche ormai consolidate indicano ad esempio che le temperature in aumento a causa delle emissioni di gas a effetto serra cambieranno radicalmente i modelli di consumo elettrico in Europa: i carichi giornalieri di picco nell'Europa meridionale probabilmente aumenteranno, e il consumo globale si sposterà dall'Europa del Nord a quella del Sud, invertendo dunque la tendenza attuale. Inoltre, la maggior parte dei paesi vedrà uno spostamento della domanda di picco annuale dall'inverno all'estate; tali cambiamenti non saranno ovviamente a costo zero, ma provocheranno un ulteriore sforzo sulle griglie energetiche europee.
Un altro esempio di eccessivo consumo energetico si ritrova nel settore agricolo, nel cui ambito i dati relativi alla produzione di carne delineano una prospettiva assolutamente non sostenibile: oltre i rischi correlati allo sfruttamento di terra e risorse idriche e la conseguente perdita di biodiversità, vi è infatti uno stretto collegamento tra filiera produttiva zootecnica e cambiamento climatico. Quasi un terzo delle terre coltivate nel mondo viene utilizzato per coltivare prodotti agricoli destinati non all’alimentazione umana ma a quella degli animali negli allevamenti intensivi. Relativamente agli impatti sul cambiamento climatico, l’agricoltura costituisce il 10 percento delle emissioni di gas serra sul totale delle emissioni dell’Unione Europea; le emissioni riguardano principalmente il metano, derivante dai processi di digestione del bestiame, e il protossido di azoto contenuto nei vari prodotti chimici utilizzati per aumentare le rese agricole.
Di fronte a questi dati, non bisogna ovviamente criminalizzare il settore agricolo tout court, quanto piuttosto sostenere l’agricoltura di piccola scala non intensiva che, attraverso delle tecniche di produzione sostenibili, ha un ruolo fondamentale nel fermare gli impatti dei cambiamenti climatici.
Nell'ambito di CClimaTT, Arpa Piemonte ha creato un nuovo calcolatore on-line che permette di misurare quanto il nostro stile di vita familiare e personale può incidere sulle emissioni di gas serra.
Il calcolatore si base sulla metodologia della carbon footprint (o impronta di carbonio) che esprime il totale delle emissioni di gas a effetto serra associate direttamente o indirettamente a un prodotto o un servizio.
Bollette e scontrini alla mano, prova a scoprire la tua impronta di carbonio al link: