Il clima sul nostro pianeta è da sempre in mutamento. Nell’ultimo milione di anni, ci sono state circa dieci ere glaciali, intervallate da periodi molto più caldi. Questi cambiamenti erano dovuti a cause naturali, ad esempio a variazioni dell’inclinazione dell’asse terrestre, dell’attività solare o delle correnti oceaniche.
Ma niente di quanto è successo in passato è paragonabile a quello che sta succedendo sul nostro pianeta negli ultimi cinquant’anni.
Oggi, a causa dell’azione umana, il pianeta si sta riscaldando molto più rapidamente rispetto agli ultimi milioni di anni. Infatti, la scienza è concorde nell’affermare che questo cambiamento climatico è causato dall’uomo e alle grandi quantità di gas a effetto serra prodotte ed immesse nell’atmosfera dalle attività antropiche, principalmente per l’uso dei combustibili fossili (carbone, petrolio e gas). Dalle stime fatte attraverso misure dirette e ricostruzioni paleoclimatiche per milioni di anni, e fino all’epoca preindustriale, il livello medio di gas ad effetto serra presenti in atmosfera ha avuto delle oscillazioni ed il valore medio è stato di circa 270 -280 parti per milione. Oggi, invece, proprio a causa delle attività umane, tale valore medio ha raggiunto valori superiori alle 400 parti per milione con un andamento in continua crescita.
LE CONSEGUENZE DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO
Nonostante la presenza dei gas ad effetto serra in atmosfera sia indispensabile (se non ci fossero, la temperatura media sulla Terra sarebbe di circa -18°), il problema è che, a causa delle attività umane, la loro concentrazione sta crescendo in modo smisurato e l’effetto serra si amplifica, causando il fenomeno comunemente definito “riscaldamento globale”.
Ciascuno degli ultimi tre decenni è stato il più caldo di tutti i precedenti a livello mondiale. La temperatura globale è aumentata di circa un grado nell'ultimo secolo e di 1,5° gradi in Europa occidentale e nel Mediterraneo. Le proiezioni dicono che, se non si interviene, entro la fine del secolo l’aumento sarà di 4 gradi o più a livello globale.
La conseguenza diretta dell’aumento delle temperature è l’innalzamento del livello del mare, in quanto l’acqua scaldandosi si dilata e aumenta di volume. Inoltre - ed è ben visibile sulle nostre montagne - i ghiacciai si stanno velocemente sciogliendo e questo fenomeno, che riguarda tutti i ghiacci continentali, contribuisce anch’esso all’aumento delle acque che si riversano in mare.
L’aumento dell’anidride carbonica nei mari sta anche cambiando la composizione chimica delle acque, la cui progressiva acidificazione, insieme con il riscaldamento, mettono in pericolo la sopravvivenza di molte specie marine.
Il cambiamento climatico ha provocato il moltiplicarsi di eventi climatici estremi. Negli ultimi decenni, in Europa sono sempre più frequenti le ondate di calore tra giugno, luglio e agosto. Nello stesso periodo aumentano anche gli eventi di precipitazione intensa, che provocano ingenti danni e disagi.
Tutti i fenomeni dovuti ai cambiamenti climatici comportano gravi conseguenze a livello ambientale, sanitario e economico e ci pongono di fronte a sfide, prima tra tutte quella della sicurezza alimentare, che non sono più rimandabili. Basta pensare alle gravi ripercussioni che si generano in agricoltura e pesca su un’ampia fascia territoriale - che comprende il Mediterraneo - che andrà sempre diminuendo la propria produttività. Allo stesso tempo, la popolazione mondiale sta crescendo ad un ritmo tale che la previsione è che per fine secolo sul nostro pianeta vivranno 10 – 12 miliardi di persone, per cui dovremmo essere in grado di produrre molto più cibo rispetto all’attuale.
LA LOTTA AL CAMBIAMENTO CLIMATICO
Gli organismi internazionali, le amministrazioni nazionali e locali di molti Paesi si sono impegnati e stanno lavorando per promuovere politiche a favore della mitigazione e dell’adattamento ai cambiamenti climatici.
Queste le principali tappe del percorso:
- 1988: le Nazioni Unite istituiscono l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) con lo scopo specifico di fornire una valutazione scientifica delle ricerche sui cambiamenti climatici e sui potenziali impatti ambientali e socio-economici.
- 1992: a Rio de Janeiro la Conferenza sull'Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite produce la United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCC), nota anche come Accordi di Rio, un trattato ambientale internazionale per combattere il cambiamento climatico
- 1997: 180 Paesi varano il Protocollo di Kyoto, il primo trattato internazionale sulle emissioni di gas a effetto serra
- 2015: con gli Accordi di Parigi i Paesi firmatari si impegnano a contenere le emissioni “ben al di sotto dei 2 gradi centigradi”, sforzandosi di fermarsi a +1,5°.
Le strategie definite a livello internazionale per affrontare le minacce climatiche comprendono:
- la mitigazione, cioè le azioni che agiscono sulle cause dei cambiamenti climatici al fine di ridurre le emissioni di gas a effetto serra prodotti dalle attività umane
- l’adattamento, che agisce sugli effetti, per limitarne i danni sui sistemi ambientali e socio-economici.
Le due strategie non sono alternative, ma devono procedere di pari passo. L’accumulo di anidride carbonica in atmosfera è tale che, se anche se ne interrompesse l’immissione, gli effetti dei cambiamenti climatici continuerebbero a persistere nei prossimi decenni. Questo ci spiega perché sono necessarie le misure di adattamento. Tuttavia, se non si intraprendono azioni di mitigazione, a breve l’adattamento non sarà più sufficiente.